La strada per curare il glioblastoma arriva da due ricercatori italiani

Da due ricercatori italiani è arrivata la scoperta delle cause del glioblastoma, il tumore che colpisce il cervello.
Con un esperimento su cavie di laboratorio, Antonio Iavarone e Andrea Califano sono riusciti a interrompere la proliferazione delle cellule maligne dovute al cancro.
La parte medico-scientifica della ricerca si deve ad Antonio Iavarone e alla moglie Anna Lasorella, mentre Andrea Califano, che alla Columbia University insegna Bioinformatica, si è occupato di assicurare il contributo informatico indispensabile all'analisi e allo sviluppo dei dati.
Si è studiata l'individuazione dei geni responsabili dei tumori del cervello, e così con la potenza di calcolo garantita dal sistema informatico ideato da Califano, gli scienziati hanno potuto ricostruire l'identità e la situazione complessiva dei geni che si muovono all'interno di un tessuto nel momento in cui si sviluppa un cancro.
Il dott. Iavarone, è partito da un gruppo di cellule malate prelevate dai pazienti, messe in coltura e attraverso un algoritmo informatico ha osservato l'evoluzione della malattia. In questo modo è risalito ai "master genes", i frammenti di DNA che guidano lo sviluppo del tumore.
I due geni, sono stati chiamati C/EBP e STAT 3 e rappresentano il ponte di comando del glioblastoma, i geni che regolano e condizionano negativamente il comportamento delle altre cellule, costrette alla fine alla degenerazione: “Quando la coppia di geni è attiva simultaneamente, inizia ad 'accendere' centinaia di altri geni che trasformano le cellule normali del cervello in cellule molto aggressive, con la tendenza a migrare ed estendere il loro raggio d'azione. Sopprimere la coppia di geni può rappresentare l'unica opportunità di trattamento per i pazienti che non rispondono alle cure usate finora”, spiegano i ricercatori.
La tecnica è stata sperimentata sui topi da laboratorio, le cui cellule malate sono state sottoposte a terapia genica per la disattivazione dei due geni C/EBP e STAT 3. La proliferazione si è fermata, ma ora è necessario rendere la tecnica accessibile anche all'uomo, anche se lo stesso Iavarone manifesta la necessità di trovare una strada più semplice della manipolazione del Dna. Il prossimo obiettivo, sarà quello di trovare uno o più farmaci che interferiscano con i fattori di trascrizione dei geni, anziché sui geni stessi e l'individuazione di un farmaco in grado di mettere in difficoltà il sistema messo in moto dai due geni.
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