La legge Basaglia sulla psichiatria deve essere rivista: è l'appello del ministro Carfagna


Dalle pagine del quotidiano "la Stampa", il ministro per le Pari opportunità Mara Carfagna, fa sapere: E' possibile rivedere la legge Basaglia e "sono favorevole a riaprire il dibattito", è stata l'apertura del ministro, che ha raccolto l'immediato plauso delle associazioni. Questo gesto è stato molto apprezzato anche dalla Società italiana di psichiatria (Sip), che però ha precisato: bene una revisione se si tratta di un miglioramento della legge, ma "no" a qualunque tentativo di stravolgere lo spirito della norma. Ed infatti, proprio lo spirito della 180 ha portato ad un cambiamento epocale che ha fatto della legge italiana una di quelle riconosciute come più all'avanguardia: ha sancito la fine dei manicomi e l'inizio dell'assistenza sul territorio. Questa legge nota anche come la 180, è da trent'anni al centro di polemiche. Essa venne approvata dal Parlamento il 13 maggio 1978. Fù una legge rivoluzionaria che attraverso nuove regole per il trattamento delle malattie mentali voleva porre fine ai manicomi, tanto combattuti dal suo relatore Franco Basaglia, il portavoce del movimento dell'antipsichiatria. La legge che prevede "Accertamenti e trattamenti sanitari volontari e obbligatori" ha sancito il superamento dei manicomi (ma l'ultima struttura manicomiale pubblica è stata chiusa solo alla fine del 2002), che negli anni Settanta furono coinvolti per frequenti episodi di violazione dei diritti umani. Oltre al divieto di eseguire nuovi ricoveri, la legge ha istituito i centri di salute mentale e ha indicato i servizi territoriali come le strutture preposte al trattamento e controllo dei malati. Nel 2006, la legge Basaglia è stata presa come punto di riferimento anche da una risoluzione dell'Europarlamento, che chiedeva una profonda riforma della strategia europea sulla salute mentale. Purtroppo però, in questi anni il provvedimento non ha avuto alcun risvolto.
Le associazioni dei familiari dei malati, lamentano gravi carenze assistenziali e l'inadeguatezza delle strutture presenti sul territorio. Sono infatti circa 700 i Centri di salute mentale (Csm) in tutta Italia (di cui 16 attivi h24). La presenza dei Csm non è neppure omogenea sul territorio e si registrano forti differenze nei servizi tra le varie regioni.
Sono, inoltre, presenti 1.045 strutture residenziali. Lo psichiatra Massimo di Giannantonio, membro del direttivo della Società italiana di psichiatria (Sip), commenta le dichiarazioni del ministro Carfagna con la premessa, "é innanzitutto quella che la legge va applicata affinchè funzioni". " Era ora commenta il vicepresidente dell'Arap (Associazione per la riforma dell'assistenza psichiatrica) Emilio Covino - che la politica si accorgesse dell'esigenza di una revisione della legge sulla psichiatria in Italia. Con l'introduzione della legge 180, infatti, la vita delle famiglie che hanno un parente malato non è migliorata, perchè si trovano a dover affrontare molti problemi, tra cui quello del trattamento terapeutico, completamente da sole". Per questo, spiega, "appoggiamo un ddl promosso dal pdl e che dovrebbe presto essere calendarizzato in commissione Sanita": il provvedimento prevede, tra l'altro, che il trattamento sanitario obbligatorio non sia limitato nel tempo ma abbia una durata congrua alle singole situazioni e possa anche essere prolungato".

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