Fecondazione assistita, l'appello dei centri Genera: più awareness per frenare la denatalità



In questi giorni, la legge 40 sulla Procreazione medicalmente assistita (PMA) compie 20 anni: datata 19 febbraio 2004, è poi entrata in vigore il 10 marzo dello stesso anno. In questo arco di tempo sono nati circa 217.000 bambini, come emerge dai dati dell’Istituto superiore di sanità (ISS) diffusi oggi. Di questi, 9.200 bimbi sono venuti al mondo esclusivamente grazie ai centri Genera in Italia.

Dal 2008, anno in cui è stato fondato a Roma il primo centro Genera, al 2021, nelle nostre cliniche abbiamo assicurato un contributo significativo all’importante flusso di nuovi nati reso possibile grazie al ricorso alla PMA. Dal 2004 a oggi, questo è aumentato progressivamente, non senza le difficoltà legate ai divieti che un tempo vigevano proprio in base alla legge 40. Divieti, come quello di ricorrere alla fecondazione eterologa, oppure di poter tentare la PMA in caso di coppie fertili ma portatrici di malattie genetiche, che sono poi caduti grazie all’intervento della Corte costituzionale e che oggi non costituiscono più un ostacolo per le coppie italiane desiderose di un figlio”, spiega Filippo Maria Ubaldidirettore medico della rete di 8 cliniche specializzate in medicina della riproduzione, il più grande in Italia.

Nel 2004 la PMA non offriva le possibilità e le chance di successo che ci sono oggi – aggiunge Laura Rienzi, direttore scientifico di Genera – la tecnologia si è evoluta tantissimo sia a livello clinico, che all’interno dei laboratori di embriologia. La crioconservazione dei gameti, il test genetico pre-impianto sugli embrioni, i protocolli di stimolazione ormonale personalizzati. Sono tutte conquiste che in questi 20 anni i centri più avanzati hanno raggiunto, consentendo di ottimizzare le possibilità di riuscita della PMA. Oggi abbiamo di fronte sfide come l’impiego dell’intelligenza artificiale, dei big data, dei test genetici per lo studio e la prevenzione dell’infertilità: tutte frontiere che stiamo esplorando con molta attenzione e che impiegheremo solamente quando saremo certi di poterle sfruttare al meglio a beneficio dei pazienti. Quel che è certo è che oggi in Italia l’offerta di trattamenti è all’avanguardia e non ha nulla da invidiare a quella di altri Paesi Europei. Attualmente l’accesso a queste tecniche è in continuo miglioramento, ma potrebbe essere ampliato intervenendo sull’awareness dei cittadini, oltre che  - naturalmente -  aumentando l’offerta dei servizi su tutto il territorio nazionale. Un obiettivo importante da raggiungere, considerando che la PMA potrebbe dare un contributo ancora più rilevante al continuo calo di nascite cui stiamo assistendo da anni in Italia”.



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