Accordo dei medici di famiglia

 


Il 
Sindacato Medici Italiani (Smi) ha deciso di firmare l'Accordo Collettivo Nazionale sulla medicina generale per il triennio 2019-2021.

Tuttavia la posizione del sindacato resta ancora molto critica: "apponiamo la firma al solo scopo di non pregiudicare la nostra partecipazione ai tavoli istituzionali e poter, quindi, rappresentare al meglio le istanze dei nostri iscritti", si legge in una nota diffusa alla stampa. Che segnala anche come "vi sia una inadeguatezza nei compensi previsti in relazione al contributo, anche in termini di vite umane, della medicina generale durante la pandemia". 


Inoltre, "non vi è la valorizzazione dell'attività intellettuale svolta dai medici, né per i capitoli riguardanti le prestazioni di particolare impegno, né per quelli relativi alle visite per la domiciliarità (visite ADI e ADP) e le modalità di organizzazione del lavoro. Non s'interviene per niente sul carico burocratico", continua il sindacato Smi.


L'accordo, non prevede inoltre "il part-time né la valorizzazione del lavoro straordinario nonché il limite massimo allo stesso". Secondo lo Smi, senza queste opzioni, "vi sarà un'ulteriore fuga dei giovani medici dalla medicina generale, soprattutto delle giovani colleghe, che ormai rappresentano il 60% dei professionisti operanti sul territorio nazionale"."Criticità anche per i medici in formazione che hanno assunto gli incarichi provvisori di medicina generale, che potrebbero trovarsi a dover svolgere "48 e più ore di lavoro a settimana", conclude il sindacato dei medici di medicina generale italiano.


ph credit pixabay


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