L'obesità può raddoppiare il rischio di calcolosi renale
Da una recente ricerca fatta da ricercatori della Johns Hopkins University, e pubblicata sul Journal of Urology, è emerso che le persone obese hanno il doppio delle possibilità di sviluppare calcoli ai reni.
Il ricercatore Brian Matlaga, coordinatore dello studio, ha così spiegato: «Il pensiero comune vuole che all'aumentare del peso cresca proporzionalmente anche il rischio di calcoli, ma non è così: sia che una persona sia moderatamente obesa che fortemente la percentuale di rischio rimane la stessa».
La ricerca è stata condotta sui dati di oltre 95 mila persone contenuti in un database di una compagnia di assicurazione sanitaria.
I ricercatori hanno esaminato l'indice di massa corporea nei soggetti che avevano avuto calcoli renali, ed hanno scoperto che la probabilità di avere questa patologia è del 2,6% nelle persone non affette da obesità, mentre del 4,9% negli obesi.
La calcolosi renale (o nefrolitiasi), inquadrata all'interno delle calcolosi delle vie urinarie è una patologia molto frequente.
Il calcolo urinario è un aggregato solido di varia forma e struttura che si deposita all'interno del rene o delle vie urinarie.
La sua formazione è solitamente dovuta alla rottura di un delicato equilibrio mantenuto dalla funzione renale.
I reni devono da un lato risparmiare acqua, dall'altro eliminare sostanze di vario genere scarsamente solubili, in continuo adattamento a situazioni diverse, di idratazione, di dieta, di clima, di terapia farmacologica, di attività fisica.
In condizioni fisiologiche la formazione di calcoli non avviene per la presenza nelle urine di sostanze che impediscono la precipitazione e la cristallizzazione dei sali di calcio e di altre che legano il calcio in complessi solubili.
Questi meccanismi non sempre garantiscono una protezione efficace.
Se le urine si saturano di composti insolubili si producono in una prima fase dei cristalli che aggregandosi fra loro danno origine al calcolo.
Commenti
Posta un commento